Nel panorama economico attuale, la sostenibilità non è più un elemento accessorio, ma un requisito strategico e normativo. Le imprese italiane sono chiamate a rendicontare in modo trasparente le proprie performance ambientali, sociali e di governance (ESG), in linea con le nuove direttive europee sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
Entro il 2026, tutte le aziende di medie e grandi dimensioni dovranno integrare i dati energetici e di sostenibilità nei propri bilanci, evidenziando azioni concrete di riduzione delle emissioni e utilizzo di energia da fonti rinnovabili.
La transizione energetica diventa così uno dei pilastri fondamentali dei bilanci ESG: non solo per la conformità normativa, ma per attrarre investitori, clienti e talenti che premiano le imprese con una visione sostenibile e misurabile.
Cosa sono i bilanci ESG e perché sono importanti
I bilanci ESG (Environmental, Social, Governance) sono strumenti di rendicontazione che misurano le prestazioni di un’azienda in materia ambientale, sociale e di governance.
Dal 2024, la Direttiva CSRD ha esteso gli obblighi di reporting a un numero crescente di imprese, con applicazione progressiva fino al 2026, introducendo standard comuni definiti dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) e dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).
Per le aziende italiane, questo significa dover includere nei propri bilanci dati misurabili su:
- Emissioni dirette e indirette di CO₂ (Scope 1, 2 e 3);
- Consumi energetici e quota di energia proveniente da fonti rinnovabili;
- Azioni di efficienza energetica e piani di decarbonizzazione;
- Governance e politiche di sostenibilità aziendale.
L’obiettivo è garantire trasparenza e comparabilità dei dati, così da permettere a investitori e stakeholder di valutare l’impatto reale delle imprese.
Secondo il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), la rendicontazione ESG rappresenta anche una leva competitiva per accedere a incentivi, finanziamenti agevolati e strumenti di finanza sostenibile.
(Fonte: EFRAG – ESRS 2024)
L’energia rinnovabile come leva per la sostenibilità aziendale
L’approvvigionamento da fonti rinnovabili è uno degli indicatori più rilevanti nei bilanci ESG e incide direttamente sui parametri ambientali Scope 1, 2 e 3.
Ridurre la dipendenza da fonti fossili attraverso impianti fotovoltaici aziendali o contratti di fornitura PPA (Power Purchase Agreement) permette di abbattere le emissioni indirette legate all’energia acquistata (Scope 2) e migliorare sensibilmente gli indici di sostenibilità ambientale.
EDP Italia promuove da anni soluzioni energetiche integrate per le imprese, offrendo energia elettrica 100% rinnovabile certificata, impianti fotovoltaici in modalità chiavi in mano e formule contrattuali flessibili, tra cui PPA personalizzati e modelli di autoconsumo.
Queste soluzioni consentono alle aziende di coniugare risparmio economico e valore ambientale, migliorando al tempo stesso la loro rendicontazione ESG.
Secondo dati GSE e MASE, le imprese che passano all’uso di energia rinnovabile possono ridurre le proprie emissioni fino al 40% e accedere a incentivi diretti come quelli previsti dal Piano Transizione 5.0 e dal Fondo Nazionale Efficienza Energetica.
Per le aziende, scegliere energia verde non significa solo risparmio economico, ma anche:
- miglioramento dell’indicatore E nei bilanci ESG;
- maggiore reputazione ambientale presso stakeholder e investitori;
- accesso a incentivi fiscali e agevolazioni per efficienza energetica e rinnovabili.
(Fonti: GSE – Rapporto Statistico 2024)
Per approfondire i vantaggi del fotovoltaico e della fornitura rinnovabile per le imprese, leggi anche l’articolo Differenza tra energia rinnovabile e convenzionale per aziende.
Obiettivi UE 2030 e REPowerEU: cosa cambia per le imprese
La strategia europea per il clima e l’energia definita dal Green Deal e dal pacchetto “Fit for 55” stabilisce traguardi sempre più stringenti per la decarbonizzazione. Entro il 2030, l’Unione Europea punta a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, aumentare la quota di energia rinnovabile al 42,5% — con l’obiettivo indicativo del 45% — e migliorare l’efficienza energetica del 36-39%.
Questi obiettivi rappresentano la base della transizione verso un’economia a basse emissioni, sostenuta da nuovi strumenti normativi e finanziari destinati a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
In questo quadro si inserisce il REPowerEU, il piano operativo approvato nel 2022 e aggiornato nel 2024 dalla Commissione Europea. Nato come risposta all’emergenza energetica post-2022, il piano mira ad accelerare l’indipendenza dai combustibili fossili, diversificare le fonti di approvvigionamento e potenziare la produzione interna di energia pulita. Tra le priorità figurano:
- l’installazione semplificata di impianti fotovoltaici e eolici sui siti industriali;
- il potenziamento delle reti intelligenti (smart grid) e dei sistemi di accumulo;
- la creazione di mercati energetici più integrati e resilienti;
- e l’aumento delle competenze green all’interno delle filiere produttive.
Per le imprese italiane, l’impatto del REPowerEU e degli obiettivi 2030 è concreto e immediato. In particolare:
- diventa obbligatorio integrare la sostenibilità nei piani industriali e nei processi di governance, anche in ottica di rendicontazione ESG;
- l’accesso ai fondi europei e nazionali (PNRR, Fondi di Coesione, InvestEU) sarà sempre più legato alla capacità di generare valore ambientale e sociale misurabile;
- è richiesto di monitorare e comunicare i progressi ESG nei bilanci di sostenibilità, secondo le nuove direttive CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).
A livello nazionale, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha annunciato per il biennio 2025-2026 nuovi strumenti di sostegno per la realizzazione di impianti fotovoltaici, sistemi di autoconsumo e comunità energetiche rinnovabili, in piena coerenza con la strategia REPowerEU. Queste misure, integrate con i fondi del PNRR e con i programmi regionali, rappresentano un’opportunità strategica per le aziende che intendono ridurre i costi energetici e migliorare la propria competitività in chiave green.
(Fonti: Commissione Europea – REPowerEU Plan; Direttiva UE 2024/1275)
Approfondisci nel focus dedicato REPowerEU: il piano europeo per l’indipendenza energetica.
Come EDP Italia aiuta le aziende a raggiungere obiettivi ESG
EDP Italia affianca le imprese nel percorso verso la sostenibilità e la rendicontazione ESG con un approccio completo e integrato che combina soluzioni energetiche, consulenza tecnica e accompagnamento operativo.
Tra i progetti più significativi figurano:
- Vinavil, azienda chimica del gruppo Mapei, che ha scelto EDP per la fornitura di energia elettrica 100% rinnovabile, riducendo drasticamente le proprie emissioni annue di CO₂.
(Fonte: Vinavil sceglie EDP per la fornitura di energia rinnovabile) - Gias S.p.A., realtà del settore alimentare, che ha intrapreso con EDP un progetto di decarbonizzazione del proprio stabilimento produttivo tramite soluzioni fotovoltaiche integrate e monitoraggio intelligente dei consumi.
(Fonte: Gias sceglie EDP per decarbonizzare il suo stabilimento)
Queste collaborazioni dimostrano come EDP Italia sia un partner strategico per le imprese che vogliono integrare energia sostenibile e rendicontazione ESG nel proprio modello di business, anticipando gli obblighi previsti dal 2026.
Oltre ai casi studio, EDP mette a disposizione:
- Servizi di audit energetico e consulenza ESG per identificare margini di miglioramento e ottimizzare la reportistica ambientale;
- Soluzioni PPA e fotovoltaiche su misura, in acquisto o leasing operativo;
- Energia 100% rinnovabile certificata per tutte le forniture aziendali;
- Monitoraggio e supporto continuo per garantire la coerenza tra obiettivi ambientali e risultati misurabili.
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Transizione energetica e bilanci ESG: guida per le imprese italiane